Il linguaggio dei muscoli

Siamo abituati ad associare i muscoli al movimento del corpo. I Muscoli, infatti, nel loro contrarsi e distendersi, ci permettono di muovere il nostro scheletro e di compiere i movimenti quotidiani, per agire, lavorare, fare sport, insomma compiere ogni azione.

Pochi invece sanno che i muscoli fanno parte di un SISTEMA DI COMUNICAZIONE tipico del corpo e possiedono un loro proprio linguaggio.

Attimo dopo attimo i recettori, presenti nei muscoli e nelle fasce che avvolgono e connettono tra loro i vari muscoli, inviano messaggi al midollo spinale e da qui al cervello. Dal cervello i messaggi in entrata (in) vengono filtrati e interpretati. Di risposta il cervello emette nuovi messaggi in uscita (out) che ritornano ai muscoli, il tutto in un guizzo di tempo. Questi messaggi possono comandare un movimento, calibrare una azione contro il peso di gravità, contrarre per difesa un muscolo bloccandolo in uno stato di lockdown, cambiare la temperatura corporea, rilasciare un ormone, trasmettere una sensazione psico-fisica e così via. Possiamo immaginare quindi i muscoli come delle “centraline telefoniche”.

Le memorie dei muscoli

I muscoli non fanno solo questo, memorizzano traumi passati, come per esempio una caduta, una botta, un incidente, ecc., e non solo, memorizzano anche lo stress, le emozioni e i pensieri pesanti (preoccupazioni) che ripetiamo e manteniamo nel tempo senza risolverli. Queste memorie non sono solo spirituali, se così vogliamo chiamarle, ma possiedono anche una forma materiale reale che cambia struttura fisica del corpo permettendo così al corpo di inviare un messaggio visibile all’esterno di noi stessi, permettendo alla persone che ci vedono e a noi stessi di interpretarlo.

I muscoli ci parlano come un libro

Per questo motivo I MUSCOLI SONO UN LIBRO APERTO che racconta la personale storia psicofisica di ogni individuo. Perché i muscoli fanno questo? Per renderci consci di quello che a livello inconscio sta accadendo dentro di noi. Come? I muscoli, quando il sistema corpo viene colpito da un fattore stressogeno e/o traumatico, si scaricano finché non il sistema corpo non rielabora e riequilibra il disagio in atto. Questo scaricarsi di un muscolo o gruppo di muscoli è chiaramente evidente al Test Muscolare Kinesiologico. È come se un muscolo o un gruppo di muscoli perdessero per qualche attimo la loro energia vitale.

Ogni giorno siamo sottoposti a provocazioni e attacchi che mettono in crisi il nostro sistema di sopravvivenza e vitale. I muscoli sono i primi organi che manifestano questi eventi stressogeni entrando in difesa. Contraendosi e scaricandosi manifestano il loro disagio accompagnandolo con sintomi, dolori, rigidità, malessere.

Il linguaggio fisico dei muscoli è sempre un linguaggio psichico

Spesso noi limitiamo i fastidi muscolari ad un problema puramente fisico. In realtà fisico e psichico sono due facce della stessa medaglia che un muscolo rappresenta. Un disagio fisico spesso è contemporaneamente espressione di un disagio interiore, un monito, un avviso, un campanellino di allarme di una battaglia in corso dentro di noi che spesso non vogliamo vedere e prendere in considerazione nel modo corretto, perché distratti da impegni, responsabilità, doveri, incombenze o che non vogliamo ascoltare per paura di qualcosa di peggiore.

Se non ascoltiamo il linguaggio dei muscoli?

Quando non ascoltiamo correttamente i messaggi muscolari per lungo tempo, i muscoli cambiano la nostra struttura corporea, facendoci recitare delle posture che mimano esteriormente la nostra condizione di disagio psico-fisico, ci mettono addosso una maschera facendoci recitare un personaggio, che ha la forma di una precisa figura fisiognomica. Lo studio della fisiognomica ci racconta tutte le varie forme che un corpo assume e recita per manifestare il trauma interiore non risolto.

Non solo, quando non ascoltiamo il linguaggio dei muscoli quello che era semplice un avvertimento si trasforma in una malattia cronica che investe via via altri muscoli e catene muscolari. Per esempio un fastidio lombare poi prende tutto il gluteo, per poi scendere lungo la coscia, il ginocchio fino ad arrivare al piede.

I muscoli sono solo un agglomerato di fibre muscolari?

Purtroppo siamo abituati a vedere i muscoli come dei pezzi di carne, perché è questo che i nostri occhi vedono. In realtà i muscoli hanno un’anima che li anima, la nostra anima, e sono in contatto con essa e ne sono espressione. I muscoli non solo muovono il nostro corpo, ma ci parlano usando un loro linguaggio: condizionano la nostra qualità di vita, il nostro umore, la nostra libertà di movimento, l’espressione stessa di noi. I muscoli, infatti ci possono rallentare, bloccare, possono cambiare la nostra postura, modificare inconsapevolmente le nostre espressioni facciali, portano il corpo a compiere movimenti automatici non sempre controllabili di stizza, fastidio, come quello di toglierci la polvere da una manica, grattarci il naso, rischiararci la voce, insomma ci comunicano in tempo reale il mistero stesso in atto di quello che siamo dentro e questo perché? Perché ascoltando i loro messaggi e prendendoci cura di loro ci prendiamo cura di noi stessi e con la nostra intelligenza e una nuova presa di consapevolezza possiamo aiutare il nostro sistema corpo nel suo compito nel mantenerci in salute, benessere e felicità.

Quando dentro di me tutto tace

Ascoltare il proprio corpo è fare prevenzione, ma se ad un certo punto il mio corpo tace?

Leggo molti articoli dove si afferma a carattere cubitali: “il corpo parla”, e di conseguenza invitano il lettore ad ascoltare il proprio corpo. È veramente fondamentale mantenere, costante nel tempo, una attiva percezione di ascolto dei sottili messaggi del corpo.

Questo richiede una costante educazione alla percezione, al silenzio, a trovare tempo per sé, alla meditazione, a donarsi spazi privilegiati dedicati all’ascolto, al lasciar emergere con amore ogni cosa senza paura per poi lasciar andare e lasciar andare…

Perché ascoltare il proprio corpo?

Ascoltare il nostro corpo ci aiuta a cogliere squilibri, problematiche, sintomi, incongruenze, fattori stressogeni, energie negative e compresse, magari prima che si trasformino in malattia o patologie. Semplicemente perché il corpo ha bisogno di far risalire in superficie ciò che preme in profondità, ha bisogno di liberare la pressione che si accumula nei suoi organi, nelle sue viscere, nei suoi muscoli, nella sua mente (pensieri fissi…), nei suo cuore (emozioni e stati d’animo)

Può accadere che il corpo inizi a tacere qualcosa di grave? Purtroppo sì.

Se si verificano certe circostanze il corpo inizia a stare zitto e a non dire più ciò che prima gridava a pieni polmoni.

Ci sono individui che costantemente o su particolari settori della propria vita non vogliono più ascoltarsi, e di conseguenza hanno accettato come naturale o abitudine una situazione stressante e invalidante per il corpo la mente e lo spirito. Lo fanno perché così pensano di stare meglio, come una strategia di sopravvivenza.

Cosa è accaduto? Per giorni, mesi, anni hanno accettato un dolore, un fastidio, uno stress. una situazione invalidante o limitante. Per un tempo ripetuto e lungo hanno nascosto in uno spazio ormai sordo del proprio Sé quelle emozioni, pensieri, sensazioni che non potevano accettare, assieme a tutte quelle che il corpo stesso naturalmente ha messo a tacere per non destabilizzarsi nei cassetti del proprio inconscio.

Ed oggi? Oggi non provano più nulla, non stanno né bene né male, si sono come immunizzati dal dolore, dalla vergogna, dalla paura, dal vuoto e dall’abbandono, dal sentire ciò che tanto ha fatto loro male. Come se una ferita avesse fatto una robusta cicatrice superficiale , ma sotto non è mai guarita.

Sono diventati insensibili, intoccabili, hanno messo su una corazza robusta e non provano nulla, nemmeno si pongono più domande, vivono alla giornata, continuano a far del male al proprio corpo, alla propria mente e al proprio spirito, alle volta continuano a fare del male agli altri senza accorgersene, perché non sono più in grado di sentire, di cogliere il  male che stanno facendo a sé stessi e anche agli altri.

Ho incontrato una persona che soffriva di fame nervosa, ma alla domanda: “quando apri il frigorifero di notte, di che cosa hai veramente fame, che cosa il tuo corpo, la tua mente, il tuo spirito sta cercando, che cosa gli stai negando? Si tratta di cibo o di qualcosa altro?

Guardandosi dentro questa persona sentiva il nulla, il suo desiderio di cibo era diventata una abitudine, un comportamento normale, quotidiano, non si stava nemmeno accorgendo che stava mettendo la rischio la sua salute e accorciando il tempo della sua vita.

A questa domanda rimase stupito e son riusciva a trovare dentro di sé una risposta, non sentiva nulla. Non era in grado di porsi una domanda così semplice perché sordo dentro di sé.

Lo si nota anche nella Riflessologia plantare: quando un sintomo si trasforma in patologia l’evidenza dello squilibrio energetico che appare sul piede tende a sparire, a divenire velata perché per il sistema corpo quello che prima era uno squilibrio da correggere si è trasformato progressivamente in una normalità accettata.

Ecco perché anch’io continuo a invitarvi ad ascoltare il corpo, le sensazioni che ci invia, i malesseri e i sintomi che suscita, le intuizioni che sussurra, le emozioni e gli stati d’animo che condizionano i nostri comportamenti perché proprio su di essi si giocano le più grandi battaglie della nostra esistenza.

In gioco non sono soldi, prestigio, cose materiali, ma la nostra stessa vita.

Ringraziamo con riconoscenza il nostro corpo per ogni messaggio, impariamo il suo linguaggio, cerchiamo di non essere sempre troppo presi dagli impegni della nostra vita per dedicargli il tempo di dargli semplicemente attenzione, cuore, ascolto e dirgli che gli vogliamo bene.

L’ascolto ci può salvare la vita!

Tu che ne pensi?

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